CINEMA TEATRO ITALIA
racconti di esperienze d'arte dal pianeta Italia
a cura di Elena Bucci
Alvaro Petricig ha creato per noi manifesti, locandine e programmi di sala originali e arditi, ma non è un grafico, ha girato splendidi documentari ma non vuole essere definito regista, ha realizzato magnifici libri e raffinati quaderni dedicati all’arte della fotografia e del ricordo, ma non si definisce uno studioso, non un autore e nemmeno un editore, racconta la storia sconosciuta di luoghi e persone, ma non si dice uno storico, recupera archivi di rara bellezza, ma non è archivista, ricerca di continuo ma non è un ricercatore, scrive assai bene ma non pensa affatto di essere uno scrittore. Si è conquistato il diritto di non definirsi vivendo in disparte, a San Pietro al Natisone, nelle valli, ma è un vero cittadino del mondo. Con il suo lavoro coglie nei particolari della sua terra l’intero universo e sa indicarlo agli altri con grazia e libertà, disegnando un percorso intellettuale e artistico che la sola parola anticonformista non riesce a contenere. Ci siamo conosciuti da ragazzi in Friuli, tra Udine, Cividale e le valli del Natisone, posti meravigliosi dove andavamo in tournée con Leo de Berardinis e poi con i nostri spettacoli. Sandra, una cara amica conosciuta all’università, ci ospitava nella casa dei suoi genitori a Nogaredo di Prato, dove sembrava di tornare indietro di un secolo. Là, tra un piatto e l’altro cucinato da sua madre, ci presentò i suoi amici geniali, tra i quali era Alvaro. Vi presentiamo il sito e la pagina Facebook della sua associazione, Centro Studi Nediža, dove ci sono pagine illuminanti sul senso degli archivi, della memoria e dei suoi scherzi. (EB) I commenti sono chiusi.
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