CINEMA TEATRO ITALIA
racconti di esperienze d'arte dal pianeta Italia
a cura di Elena Bucci
di Elena Bucci e Marco Sgrosso In questi momenti spuntano dai cassetti, dai libri, dai computer vecchie foto molto care che si riconoscono al volo e che erano da qualche tempo perdute. Come abbiamo potuto dimenticarle, visto che risvegliano subito una folla di pensieri e di ricordi? In occasione della trasmissione di Le relazioni pericolose a Lepida TV pubblichiamo queste foto che giacevano anche nei nostri cassetti ma che ora ci arrivano da quelli siciliani della Cecile di allora, la bravissima e originale Marika Pugliatti. Si riferiscono infatti al nostro primo allestimento del romanzo epistolare di Laclos realizzato nel magico Teatro Sanzio di Urbino, dove siamo tornati quest’anno con L’anima buona del Sezuan. Avevamo il sostegno di AMAT e del valoroso Gilberto Santini. Danceny era Gianni Farina, preso al volo appena uscito dall’Istituto Professionale di Faenza dove fu nostro allievo, Carluccio Rossi era il Maggiordomo, lo scenografo, il giocatore di lavagna luminosa e anche in parte macchinista, Loredana Oddone era alle luci, Nico Carrieri al suono, Gimmi Gambino al suo primo incarico come macchinista. Fu un divertimento immenso: le prove erano una continua ricerca, una scoperta senza fine. Abitavamo in una casa di pietra sulle colline appena fuori Urbino. Al debutto arrivò da Russi la macchina dei miei: mia madre scese come un generale portando una pentola di passatelli che furono molto preziosi. Il giorno dopo il debutto venne una nevicata che ci bloccò per giorni: fu talmente bella quella clausura montana al calore del fuoco che mentivamo al telefono per prolungare la pace ancora per un giorno o due. Siamo bloccati, continuava a dire Marco, mentre le macchine cominciavano a muoversi tutt’intorno a noi. Andammo a legna sui monti e ci raccontammo storie che non dimentico. (EB) … riallacciandomi agli archivi di una memoria misteriosamente limpida e tanto più viva quanto più distante nel tempo, attraverso i ricordi di Elena riassaporo la magia di quella meravigliosa avventura e rispolvero qualche altra immagine sparsa dai miei cassetti… ... le prove iniziali di quel lavoro nella mitica sala del Centro Culturale Polivalente di Russi, prima gloriosa sede delle belle bandiere, culla di indimenticabili strepitose piccole perle teatrali con il Laboratorio Permanente ma anche preziosa tana creativa dei primi spettacoli della Compagnia, oltre che ufficio, segreteria, spazio per riunione e primo archivio cartaceo… … gli esilaranti impacci di Marika con i chilometrici strascichi di pizzo del costume di prova, non ancora cuciti ma soltanto ‘appuntati’ al corpetto, nella giravolta dell’apparizione di Cecile a ritmo di valzer… ... gli occhi socchiusi e le sopracciglia aggrottate di Gianni nello sforzo infausto di avere la meglio sulla sua atavica zeta romagnola… … le lunghe meticolose sedute per mettere a punto la posizione giusta del ritratto in silhouette della Marchesa di Merteuil sul pannello rivestito di ciniglia argento, creato con stupefacente maestria da Carluccio sul profilo di Elena… … l’interminabile pausa di buio muto e l’imbarazzo palpabile del pubblico al debutto al Teatro Sanzio di Urbino perché Nico, troppo emozionato, si era impigliato nel maglione sfilandoselo dal capo e non riusciva a far partire la prima traccia sonora… … l’entusiasmo limpido e adolescenziale di Jimmy, che dalle quinte si fiondava con noi sul palco durante gli applausi, inchinandosi e sorridendo del tutto impermeabile alla perplessità degli spettatori che si domandavano chi mai fosse quel giovanottone che non era apparso in scena… … e infine quella neve magica, soffice candida infinita, simile a quella dei racconti di Cechov, che ci avvolse in una bolla sospesa, donando un tocco speciale di avventura all’avventura… (MS) I commenti sono chiusi.
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