CINEMA TEATRO ITALIA
racconti di esperienze d'arte dal pianeta Italia
a cura di Elena Bucci
di Elena Bucci All’improvviso il tempo, che non bastava mai, è arrivato. La corsa che sembrava inarrestabile si è fermata. Ogni giornata sembra un’era e ho la possibilità di osservare i comportamenti umani e del pianeta con una limpidezza che prima mi mancava. Posso interrogare anche me, domandarmi se sto facendo davvero quello che vorrei e se sto portando a termine la missione per la quale sono nata. Quanti falsi imperativi stanno cadendo in questo tempo sospeso di clausura, che per me sta diventando tutta creativa. Prima di tutto c’è il progetto Archivio vivo, che si propone di aprire al pubblico gli archivi cartacei, fotografici e audio video della compagnia, la realizzazione di un documentario e il racconto della nostra storia e di molte altre che abbiamo attraversato, in teatro, nel cinema, nella vita di ogni giorno. Volevo raccontare la storia del mio ritorno a Russi, dove sono nata, con Marco Sgrosso e altri, per creare progetti di teatro anche se un teatro non c’era, di un gruppo di ragazzi che diventa sempre più numeroso, coinvolge cittadini di ogni età, censo, cultura, li fa diventare pubblico entusiasta che si avventura in luoghi abbandonati, case private, ex fabbriche, cortili, cinema parrocchiali, che arriva ad innescare il recupero di un palazzo, il restauro di un ex chiesa del ‘700, e dopo quattro eventi nel teatro distrutto e chiuso da vent’anni, la ristrutturazione del Teatro Comunale, i cui abbonamenti sono esauriti, all’apertura, in pochi minuti. Ma raccontando questo, andando in giro con l’operatore e la telecamera, mi sono accorta che le storie erano molte, molte di più. Archivio vivo diventa anche una galleria di ritratti, di mestieri necessari scomparsi, di luoghi ritrovati, di progetti mai realizzati, utopie, sogni, ricordi. Diventa la storia di artisti schivi e valorosi. Diventa un sito aperto ai contributi di tutti per raccontare quelle storie dell’arte dal vivo che non trovano spazio nei libri di teoria, nei giornali, nei mezzi di comunicazione di massa. Accoglie le voci degli artisti, dei tecnici, degli studiosi, degli organizzatori, ma anche degli appassionati di teatro, musica, cinema, arte, degli scrittori, di ogni persona che abbia voglia di raccontare la sua personale esperienza di contatto con le arti, con i luoghi, con la creazione. È uno spazio anche di ricordi, visto che non è facile trovare luoghi dove scambiarseli e modificarli fino a trasformarli in una fantasiosa epica della vita quotidiana e artistica. Non penso ad una polverosa e agiografica raccolta, ma ci divertiamo nell’ascoltare come l’immaginazione possa cambiare la realtà diventando ricordo e racconto. Non crediamo che il video o le registrazioni possano sostituire l’arte dal vivo, ma ci interroghiamo su come possiamo riprendere e registrare per realizzare un documento davvero vitale. Stiamo anche scegliendo brani di video e di registrazioni tratte dal nostro archivio che ci pare conservino questa qualità. Stiamo finalmente scrivendo il primo dei Quaderni, da tanto tempo progettati, che raccoglieranno documenti e scritti intorno ad esperienze di teatro, laboratorio, creazione a noi particolarmente care. Stiamo delineando un composito progetto di spettacoli che indaghi l’arte del teatro in tempi storici diversi, attraverso il ritratto di vari artisti e diverse professioni e maestranze. Sto anche continuando a preparare gli spettacoli in programma, sempre in contatto con gli attori e i tecnici che lavorano per la compagnia, come se le scadenze dovessero essere rispettate, così da sfruttare questo tempo di riflessione per trovare soluzioni diverse e inaspettate. Io, finalmente, scrivo e scrivo, come ho sempre desiderato e non ho fatto mai, anche se devo dedicare ancora tanto tempo alle molte richieste di collaborazione e condivisione che arrivano in questo periodo. Inoltre continua la formazione: con lettere, videochiamate, telefonate, scambio di scritti, e stiamo continuiamo a seguire alcuni attori e autori nelle scelte e nella creazione di spettacoli. Ora, invece di guardare rassegnati e in corsa il cumulo di carte e cose in subbuglio, possiamo provvedere ad una riorganizzazione degli spazi a nostra disposizione, riordiniamo i costumi, gli oggetti, il magazzino, immaginiamo una nuova disposizione della piccola Sala Nomadea, della mia ex scuola, teatrino, casa di Fossolo, tutti luoghi di lavoro della compagnia. Per fortuna la clausura ci ha colti nello stesso luogo o molto vicini! Ci stiamo inventando e stiamo sostenendo progetti allargati, in collaborazione con altri artisti, enti, scrittori, giornalisti, studiosi nel tentativo di partecipare a rifondare una comunità aperta, solidale e generosa nella quale le arti abbiano la funzione fondamentale di elaborare, quelle esperienze emotive e intellettuali che amplificano la vita quotidiana e la trasformano in sogno. La nostra professione, tanto fragile e senza tutele, parte da una vocazione a costruire comunità, anche soltanto per la durata di uno spettacolo, si nutre dello scambio con gli altri e sulla fiducia nel valore delle relazioni curiose e generose. In tempi di separazione fisica, si amplificano i desideri e le forze spirituali, rivaluto la bellezza, la libertà, i tesori che ho, per ora, perduto, ma vedo con chiarezza anche come avrei potuto averne più cura. Mentre cerco di programmare gli impegni futuri, gli spettacoli, gli appuntamenti, non voglio dimenticare quanto siano importanti gli incontri, le voci degli amici, le ore passate a disegnare insieme progetti, il coraggio di osare, di scegliere, il tempo per essere più pazienti, affettuosi, in ascolto. (Elena Bucci) backstage riprese per progetto Archivio Vivo, Russi, ottobre 2019, foto Nicoletta Fabbri I commenti sono chiusi.
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