Le Belle Bandiere per il Teatro
Azioni clandestine nella città
Le Belle Bandiere, laboratorio teatrale permanente, sono fuori dal Teatro Comunale di Russi, durante questa Fira 1997.
Ci sono entrate nel 1994, con la mostra L’ERBA ANADRENA, creando le condizioni perché i cittadini potessero vederlo e rivederlo dopo vent’anni.
Hanno lavorato come spazzini, elettricisti, attori, tecnici, perché questo fosse possibile.
Ci sono tornate nel 1995, con l’evento LA CITTÀ IN TEATRO. La raccolta di firme per la ristrutturazione è proseguita. Molti cittadini e artisti si sono raccolti intorno a noi condividendo la necessità di creare un luogo che permettesse di sviluppare la cultura della città, sottraendola ad ogni tipo di colonizzazione.
L’ultimo anno, 1996, con MATTONI: REQUIEM PER LA NASCITA DI UN TEATRO è stato allestito un evento spettacolo dentro il teatro e fuori, tra la gente. Il nostro allegro funerale era pieno di entusiasmo: è vero che il teatro lo fa l’uomo, ma molti altri insieme a noi pensano che l’uomo, sotto un tetto, possa lavorare meglio e di più, per sé e per gli altri. Ci sono arrivati fax e “mattoni” da artisti, studiosi, cittadini di tutta Italia, con offerte di aiuto e sostegno.
Quest’anno siamo fuori.
Abbiamo lavorato perché non ci si dimenticasse che un tempo Russi era così civile da riuscire a far vivere un teatro che popola i ricordi di molte persone e di cui i giovani ignoravano l’esistenza.
Ci interessava che la gente si interrogasse, che rinascesse la voglia di creare cultura e divertimento nel luogo dove si vive, in completa autonomia e originalità, che esistesse il sogno di un luogo dove, in rispetto e libertà, ognuno potesse esprimere pensieri e creazioni.
Ma non vogliamo essere insistenti.
E quindi stiamo fuori!
Forse tocca ai cittadini, adesso, decidere di entrarci. Contribuire a farlo rinascere o affossarlo per sempre.
Le nostre azioni clandestine si svolgeranno nella piazza, per le strade, inaspettate e rischiose, perché non ci è riuscito di stare del tutto zitti.
Noi siamo nomadi e viaggiatori, a volte purtroppo e a volte per fortuna….
Spetta ai cittadini decidere.
per Le Belle Bandiere
Elena Bucci
Azioni clandestine nella città
Le Belle Bandiere, laboratorio teatrale permanente, sono fuori dal Teatro Comunale di Russi, durante questa Fira 1997.
Ci sono entrate nel 1994, con la mostra L’ERBA ANADRENA, creando le condizioni perché i cittadini potessero vederlo e rivederlo dopo vent’anni.
Hanno lavorato come spazzini, elettricisti, attori, tecnici, perché questo fosse possibile.
Ci sono tornate nel 1995, con l’evento LA CITTÀ IN TEATRO. La raccolta di firme per la ristrutturazione è proseguita. Molti cittadini e artisti si sono raccolti intorno a noi condividendo la necessità di creare un luogo che permettesse di sviluppare la cultura della città, sottraendola ad ogni tipo di colonizzazione.
L’ultimo anno, 1996, con MATTONI: REQUIEM PER LA NASCITA DI UN TEATRO è stato allestito un evento spettacolo dentro il teatro e fuori, tra la gente. Il nostro allegro funerale era pieno di entusiasmo: è vero che il teatro lo fa l’uomo, ma molti altri insieme a noi pensano che l’uomo, sotto un tetto, possa lavorare meglio e di più, per sé e per gli altri. Ci sono arrivati fax e “mattoni” da artisti, studiosi, cittadini di tutta Italia, con offerte di aiuto e sostegno.
Quest’anno siamo fuori.
Abbiamo lavorato perché non ci si dimenticasse che un tempo Russi era così civile da riuscire a far vivere un teatro che popola i ricordi di molte persone e di cui i giovani ignoravano l’esistenza.
Ci interessava che la gente si interrogasse, che rinascesse la voglia di creare cultura e divertimento nel luogo dove si vive, in completa autonomia e originalità, che esistesse il sogno di un luogo dove, in rispetto e libertà, ognuno potesse esprimere pensieri e creazioni.
Ma non vogliamo essere insistenti.
E quindi stiamo fuori!
Forse tocca ai cittadini, adesso, decidere di entrarci. Contribuire a farlo rinascere o affossarlo per sempre.
Le nostre azioni clandestine si svolgeranno nella piazza, per le strade, inaspettate e rischiose, perché non ci è riuscito di stare del tutto zitti.
Noi siamo nomadi e viaggiatori, a volte purtroppo e a volte per fortuna….
Spetta ai cittadini decidere.
per Le Belle Bandiere
Elena Bucci
1887 - inaugurazione del Teatro Comunale di Russi con Rigoletto
Treni speciali e luce elettrica. La Romagna è zona economicamente depressa.
1973 - chiusura del Teatro Comunale di Russi.
Sgomento, sporadiche proteste, indifferenza. La Romagna è ricca ricca ricca.
1994/1997 - le Belle Bandiere riaprono il Teatro dimenticato… i cittadini di Russi ricordano…. L’Amministrazione Comunale si impegna in un progetto di ristrutturazione… c’è chi deplora un presunto spreco di denaro, c’è chi crede che Russi possa dare anche altri segnali, oltre a cappelletti, cagnina e piadina e salsiccia.
Abbiamo allestito un evento dentro il teatro e fuori, tra la gente. Il funerale del teatro si reggeva sull’entusiasmo di una sfida: il teatro può morire ma può anche rinascere!
Ci sono arrivati fax e ‘mattoni’ da artisti, studiosi e cittadini di tutta Italia, con offerte di aiuto e sostegno, e l’incoraggiamento a proseguire questa lotta.
I cittadini di Russi hanno ricordato che il teatro esisteva, ne provano desiderio e nostalgia e l’Amministrazione Comunale si impegna in un progetto di ristrutturazione e restauro.
Nella seduta del Consiglio Comunale del 16 giugno 1997 finalmente si vota il progetto di finanziamento dei lavori di ristrutturazione e restauro del Teatro Comunale.
Abbiamo dedicato il faticoso lavoro nel Teatro a tutte le persone che hanno voglia di esprimere il loro pensiero e la loro forza creativa, a tutti i cittadini. Il teatro è per noi il luogo di tutti, della libertà e del rispetto.
Volevamo che la città si chiedesse come mai il teatro è stato chiuso e come mai è rimasto chiuso. Ci sembra una domanda legittima, che non toglie nulla alla comprensione e alla condivisione di altre necessità.
Ora che la ristrutturazione è una realtà, ci auguriamo che il Teatro diventi un luogo che esprima la cultura originale di questa terra, e non diventi soltanto una merce di scambio, un semplice “mercato” dello spettacolo.
Spetta all’Amministrazione Comunale, ma anche a noi tutti, mantenere vivo questo sogno, questa occasione di libertà di pensiero e di espressione.
“ma che cos’è l’uomo, se tutto quello che ricava
dal suo tempo non è altro che dormire e mangiare?
Una bestia…”
W. Shakespeare, Amleto
Treni speciali e luce elettrica. La Romagna è zona economicamente depressa.
1973 - chiusura del Teatro Comunale di Russi.
Sgomento, sporadiche proteste, indifferenza. La Romagna è ricca ricca ricca.
1994/1997 - le Belle Bandiere riaprono il Teatro dimenticato… i cittadini di Russi ricordano…. L’Amministrazione Comunale si impegna in un progetto di ristrutturazione… c’è chi deplora un presunto spreco di denaro, c’è chi crede che Russi possa dare anche altri segnali, oltre a cappelletti, cagnina e piadina e salsiccia.
Abbiamo allestito un evento dentro il teatro e fuori, tra la gente. Il funerale del teatro si reggeva sull’entusiasmo di una sfida: il teatro può morire ma può anche rinascere!
Ci sono arrivati fax e ‘mattoni’ da artisti, studiosi e cittadini di tutta Italia, con offerte di aiuto e sostegno, e l’incoraggiamento a proseguire questa lotta.
I cittadini di Russi hanno ricordato che il teatro esisteva, ne provano desiderio e nostalgia e l’Amministrazione Comunale si impegna in un progetto di ristrutturazione e restauro.
Nella seduta del Consiglio Comunale del 16 giugno 1997 finalmente si vota il progetto di finanziamento dei lavori di ristrutturazione e restauro del Teatro Comunale.
Abbiamo dedicato il faticoso lavoro nel Teatro a tutte le persone che hanno voglia di esprimere il loro pensiero e la loro forza creativa, a tutti i cittadini. Il teatro è per noi il luogo di tutti, della libertà e del rispetto.
Volevamo che la città si chiedesse come mai il teatro è stato chiuso e come mai è rimasto chiuso. Ci sembra una domanda legittima, che non toglie nulla alla comprensione e alla condivisione di altre necessità.
Ora che la ristrutturazione è una realtà, ci auguriamo che il Teatro diventi un luogo che esprima la cultura originale di questa terra, e non diventi soltanto una merce di scambio, un semplice “mercato” dello spettacolo.
Spetta all’Amministrazione Comunale, ma anche a noi tutti, mantenere vivo questo sogno, questa occasione di libertà di pensiero e di espressione.
“ma che cos’è l’uomo, se tutto quello che ricava
dal suo tempo non è altro che dormire e mangiare?
Una bestia…”
W. Shakespeare, Amleto