CINEMA TEATRO ITALIA
racconti di esperienze d'arte dal pianeta Italia
a cura di Elena Bucci
di Claudio de Maglio Essere o non essere. Questo è il patema. Se sia più sensato sopportare i decreti ministeriali, le autocertificazioni, i TG main stream con le loro curve di positività giornaliera o gettare nel cesso la mascherina e, tirato lo sciacquone nella fogna, disperderla. Intasare il sifone, ascoltare Byoblu, l'avvocato Polacco, Montanari... sarebbe una soluzione da accogliere a braccia aperte. Ma chi vorrebbe con un solo click spegnere Facebook, Instagram, Tic Toc e Whatsapp e garantirsi al contempo un'informazione libera? Morire, sopravvivere al Corona... Ma qui è l'ostacolo perché... chi potrebbe sopportare terapie sperimentate a cazzo, tamponi giornalieri, vaccini carichi di metalli, microchip sottopelle e le app geolocalizzanti? Chi vorrebbe caricarsi del pesante fardello delle esternazioni di Burioni, dei contrattacchi di Tarro, delle apparizioni seduttive della Di Capua? Chi potrà liberarci dell'idolatria dei virologi, delle supposizioni contrastanti di immunologi e proiezioni degli infettivologi nei salotti televisivi se non per ottenere la cosiddetta immunità di questo gregge? “La sicurezza senza libertà è solo prigione” si legge su uno striscione in America... ma allora è lecito domandarsi se la salute sia solo insediata nel corpo fisico o non occupi piuttosto gli spazi della mente, dell'anima e del cuore... "Il gioco vale la candela" ci viene detto, ma quale candela sarà valsa "questo" gioco se la fiamma sarà spenta e né più luce o calore albergheranno nell'essere umano in nome del distanziamento sociale? Abbracciarsi, baciarsi, stringersi la mano... o nulla più. Fino a quando il divieto continuerà a tenere viva la nostalgia di questi gesti o ad erodere dall'interno ogni nobile impulso e afflato facendo vincere sfiducia, diffidenza, aumentando l'ostilità dello sguardo e la paura verso l'altro da noi? Morire fuori o morire dentro. Quale responsabilità valga l'uscita di scena o lo star rintanato dietro le quinte per tutta una vita sfiancata da ripetute violazioni non pare lecito domandarselo. Ecco una scelta che ci viene negata e, senza il conforto dell'accompagnamento dei propri cari, molti troppi hanno raggiunto la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore. E dunque è Dio il distanziamento sociale più praticato in quest'epoca di pandemia tecnocratica che ci fa esultare all'annuncio salvifico dell'arrivo del 5G. Può questa faccenda aver reso tutto così banale? Banalizzato l'umano è banalizzato Dio. E tutto il resto è silenzio. Non più fedeli o religioni, né preti imperfetti o gerarchie discutibili... Nessuno crede ai miracoli e neanche li vede più nel giorno che nasce in questa primavera... Non possiamo permetterci il lusso di assopirci oggi più di ieri o... sarebbe la nera vittoria del virus. (Claudio de Maglio è attore, regista, drammaturgo e direttore della Civica Accademia Nico Pepe di Udine) I commenti sono chiusi.
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