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​CINEMA TEATRO ITALIA

racconti di esperienze d'arte dal pianeta Italia
a cura di Elena Bucci

Ciao a un maestro e poeta della luce

15/3/2021

 
Foto
Quando è nata la collaborazione con Maurizio Viani?
Desidero prima fare una premessa. Sono molto felice che esca questo Speciale su di lui, ma so anche che in nessun modo potrò rispondere adeguatamente a queste vostre domande. È troppo importante, troppo lungo il mio rapporto di amicizia e collaborazione con Maurizio e troppo recente la sua partenza perché io riesca ad essere sintetica e precisa come a lui piacerebbe. Comunque ci proverò.
Conosco Maurizio da quando ho cominciato a lavorare in teatro, con Leo de Berardinis, nel primo Re Lear che allestì a Bologna, produzione del Teatro Testoni ora Arena del Sole.
Da quel momento in poi, nel quale ci squadrammo con attenzione, il nostro rapporto di collaborazione ed amicizia si è andato sempre più approfondendo, attraverso la confidenza e la realizzazione di molti spettacoli. È stato maestro e amico, abbiamo litigato furiosamente e abbiamo creato, senza bisogno di dire una parola, scene che giudico bellissime, fatte di una grande vicinanza nel sentire le emozioni e il teatro.
Mi è stato vicino nei lavori importanti di Leo, da Amleto – e spesso mi ricordava quanto fossi giovane allora per il ruolo di Gertrude e quanto fosse difficile per me riuscire a muovermi in quelle splendide luci, precisissime, sezionate, ritagliate in un buio perfetto che dovevo percorrere in un secondo per trovarmi con il viso perfettamente inquadrato da un sagomatore! - al Ritorno di Scaramouche, nel quale, con la maschera bianca, interpretavo il ruolo di una Morte grottesca e tragica. Nella scena finale, la velocità delle mie braccia si calibrava con la sua abilità manuale di artista per dare la sensazione di due vere ali che si muovevano avvolte dalla musica di Bach. Non c’era nessun effetto speciale con il quale rispondere alle domande del pubblico ammirato: soltanto sincronia e una graduale trasformazione della luce in buio.

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