CINEMA TEATRO ITALIA
racconti di esperienze d'arte dal pianeta Italia
a cura di Elena Bucci
di Alessandra De Luca
Ecco un altro incontro che ci fa rivalutare la rete: Alessandra De Luca, il suo progetto e i suoi studenti. Abbiamo incontrato Alessandra più volte, sia al Palladium di Roma dove mette tutta la sua passione e competenza al servizio della diffusione del teatro, sia come attrice e autrice intelligente e sensibile che abbiamo diretto con emozione e piacere nell’opera Heroides da Ovidio, prodotto da Cantieri Teatrali Koreja con la collaborazione della nostra compagnia. Ora la ritroviamo attraverso una piattaforma della rete, in un appuntamento con il suo gruppo di studenti, durante il quale ci siamo appassionati e abbiamo perso il senso del tempo nel rispondere alle loro domande sul nostro spettacolo, Prima della pensione di Thomas Bernhard, programmato al Palladium e poi saltato, sulla relazione tra la sconcertante situazione del presente, le sue emozioni e la necessità di elaborarle attraverso le arti e la cultura, sull’immaginazione del futuro. Il progetto, che pubblichiamo, racconta tutti gli intenti. Noi non possiamo che confermare il nostro piacere e la nostra gioia nell’incontrare studentesse e studenti preparati, curiosi ed entusiasti. Si aggiunge una speranza per il futuro. (EB) Cronaca del mio incontro con il teatro e dell’incontro con le Belle Bandiere
di Anna Paola Oliva (Apolaiva) Il primo incontro con Antigone e Medea fu all’epoca del ginnasio. Allora una distanza infinita mi separava dallo spirito di queste due donne, mitiche eroine della tragedia greca. Sui testi antichi mi sembravano inchiodate al foglio, senza alcuna terza dimensione. Un po’ meglio mi apparvero a teatro, dove noi studenti del Liceo Classico Terenzio Mamiani entravamo gratis per assistere alle rappresentazioni inerenti al programma scolastico. Ma ancora tutte e tre, Antigone, Medea ed io, non sembravamo destinate a comprenderci e ad amarci. Una riflessione sull’incontro con Elena
di Marco Montanari e Silvia Rossetti Siamo una generazione a cui nessuno ha mai vietato di sognare. Ci è stato, tuttavia, caldamente sconsigliato. Siamo una generazione accusata di aver perso il contatto con la realtà e le persone, mentre starci e sentirci vicini è lo scopo di ogni giornata che viviamo. Siamo una generazione che ha sentito ripetersi innumerevoli volte che il proprio paese è in crisi, da quando era troppo giovane per capire cosa significasse, ma abbastanza grande per avere paura, e chiederselo. di Elena Bucci
Ho accettato subito l’invito a partecipare a questo incontro in video. Conosco Marco, Silvia e il loro gruppo da tempo e ho sempre trovato in loro onestà e ricerca di qualità artistica e umana. In più hanno la voglia di costruire con pazienza isole di felicità, luoghi dove imparare e crescere nel rispetto e nell’ascolto di tutti. Ma ero emozionata e agitata: sarei riuscita a comunicare con loro e con altre trenta e più persone? Oggi, 25 aprile, ricordiamo e ringraziamo tutti coloro che ci insegnano ad essere liberi di scegliere, a servire gli ideali senza diventare servi: è entusiasmante, mai scontato, ritrovare e rileggere la storia di tante donne e uomini generosi e coraggiosi.
Abbiamo dedicato questo tempo al viaggio nella memoria, ritrovando un senso nuovo e diverso del presente. Mentre gli svelamenti si susseguono, belli e brutti, stiamo alla finestra cercando di ascoltare, guardare, riflettere, capire. Il teatro e le arti paiono cambiare forma ad ogni epoca, ad ogni sussulto della storia, ma pur cambiando paiono anche restare identici e necessari nella loro essenza. Insieme a tanti altri, mentre immaginiamo un loro possibile futuro, proviamo a costruirlo. (EB) di Elena Bucci
A Russi, in Romagna, hanno avuto proprio una bella idea in Comune, pensando che tanti anziani continuano a vivere come se niente fosse a magari anche da soli e possono avere bisogno di fare la spesa o di altre necessità. Visto che non si faceva più nulla, niente scuola niente teatro, niente parchi niente banda niente scuola di musica niente biblioteca niente consigli comunali giunta niente di niente niente associazioni pro loco porta nova arcobaleno il ricamo bizantino la piadina niente, allora hanno messo le impiegate del settore cultura e anche qualche volontaria a telefonare agli anziani: come va? ha bisogno? di Mario Giorgi - lettura: Marco Sgrosso Se la memoria non mi inganna, Mario Giorgi è il primo autore contemporaneo vivente che io abbia mai recitato in teatro. Sicuramente il primo al quale mi lega anche una relazione di solida amicizia oltre ai sentimenti di stima e rispetto che il suo talento assolutamente originale e libero da qualsiasi schema precostituito richiedono ed impongono.
Le prime notizie sono i canali di Venezia trasparenti, poi il mare di Napoli di vetro, poi gli anatroccoli che seguono tutti in fila la mamma che passeggia nelle strade principali dei paesoni industriali, poi i cervi sdraiati sotto i cartelli stradali, poi i delfini nel porto che saltano a un passo dalla banchina. Sono tornati subito gli animali, appena si è fatto più silenzio. Aria e acqua hanno cominciato le pulizie. Noi non abbiamo niente da aggiungere che non sia già stato fatto e compreso. di Marco Sgrosso
Ieri Gianrico Tedeschi ha compiuto 100 anni. Con grande rispetto e con profonda ammirazione auguro un tempo disteso di serenità e di dolci memorie a questo straordinario attore che ha onorato il palcoscenico della sua presenza fino ad appena quattro anni fa, limpido esempio di resistenza, energia, talento adamantino e versatile, coraggio umano e politico e intelligenza creativa per noi che pratichiamo questa magica professione e per chiunque ne comprenda i fulgori e le insidie, gli splendori e le miserie. Franco Naddei è un musicista e uno scrittore originale e sorprendente che ama celarsi sotto multipli travestimenti, pur restando sempre autentico. È anche un amico e un collaboratore fidato che ci ha accompagnato con entusiasmo in diverse avventure per l’Italia. Volentieri abbiamo accolto il suo invito a partecipare al progetto “L’asciugapensieri”, che trasforma parte del tempo che pare vuoto in creazione. di Marco Sgrosso
Mi sveglio con un cielo limpido e un sole che accende i colori della campagna e dei fiori che esplodono nella primavera, che avanza luminosa e piena di vita a dispetto del tempo buio che il nostro pianeta sta attraversando. I miei sentimenti mutano giorno per giorno con un’alternanza impressionante: la malinconia si intreccia alla noia, la rassegnazione alla rabbia, l’ottimismo alla pazienza, l’incredulità alla speranza, la nostalgia alla curiosità, l’insofferenza e la disillusione alla fede. Li subisco ma al tempo stesso li comprendo, mi sembra di capire dove poterli collocare, a cosa attribuirli, di riuscire a controllarli con una certa armonia. di Elena Bucci
Oggi, 18 aprile, mi sveglio pensando a quanto è bello capire che non posso fidarmi più di quello che si dice, che si scrive: in questo momento tutto è nuovo e tutto va ripensato, ritrovato, rivissuto. Le strategie demagogiche e le ottuse o consapevoli difese dei privilegi corrono a vuoto. Penso quanto è bello scoprire di quante cose non ho bisogno, di quante in realtà ne ho, come fa presto il pianeta a ripulirsi di noi, almeno in superficie, quanto sia falso che ormai sia impossibile invertire la rotta di un’economia suicida. di Mario Giorgi - lettura: Elena Bucci Da quanto tempo volevamo farlo: leggere, registrare, trasformare in suono la scrittura di Mario Giorgi, autore di talento, rigore e generosità.
Non è bello riconoscerlo, ma questa clausura mi ha rivelato quanti progetti posso avviare con gioia, gli stessi per i quali perdevo tempo a ripetermi che non avevo tempo. Ero prigioniera di un’abitudine alla schiavitù, della schiavitù dell’abitudine, pur credendo di essere libera. di Elena Bucci e Marco Sgrosso
In questi momenti spuntano dai cassetti, dai libri, dai computer vecchie foto molto care che si riconoscono al volo e che erano da qualche tempo perdute. Come abbiamo potuto dimenticarle, visto che risvegliano subito una folla di pensieri e di ricordi? In occasione della trasmissione di Le relazioni pericolose a Lepida TV pubblichiamo queste foto che giacevano anche nei nostri cassetti ma che ora ci arrivano da quelli siciliani della Cecile di allora, la bravissima e originale Marika Pugliatti. di Valerio Pietrovita «Qualche giorno fa ho visto “Palermo Palermo” di Pina Bausch. C’è una scena in cui un attore si cucina delle uova su un ferro da stiro e poi se le mangia. Il tutto senza mai alzarsi dalla sedia. Sto seriamente prendendo in considerazione la possibilità di fare qualcosa di simile. Magari trascinandomi dietro letto e coperte fino in cucina. Perché no, mi sistemo lì. Ho tutto quello che occorre. È un’idea grandiosa.» Modesta proposta di Maurizio Cardillo per apportare benefici duraturi
e forse definitivi all’azienda Italia Chiudiamo i teatri, tutti. Chiudiamo i cinema, tutti. Chiudiamo auditorium e sale da concerto. Chiudiamo le biblioteche e i musei. Chiudiamo le Case Editrici. Le librerie. Un giorno Tonino ci ha mandato una pagina della sua autobiografia - “Vita mia” - dove parla anche di noi. Ci aveva accennato di questa sua impresa nella sua bella casa tana di Torino. Gli abbiamo chiesto di poterla pubblicare in questo luogo dedicato ai racconti della memoria e dove le autobiografie, veritiere o trasformate dall’immaginazione e dalla lente dei ricordi sovrapposti, hanno un posto particolare.
Marco ed io, ad esempio, abbiamo lo stesso ricordo del primo incontro con Tonino, ma legato a spettacoli diversi. Controlleremo, la verità è una sola. Di certo sbaglio io, ne sono quasi sicura, eppure lasciamo l’errore, come esempio di quanto la memoria diventi creazione, invenzione, personale leggenda. Fiabe della tradizione italiana scelte e tradotte da Nadia Malverti
La storia della raccolta di fiabe “Si conta e si racconta” è un archivio vivo dentro un archivio vivo dentro un archivio vivo. Una nostra geniale compagna della Scuola di teatro di Bologna, Nadia Malverti, che ora vive in Germania, un bel giorno telefonò a diversi di quei ragazzi, ormai diventati più che adulti e per fortuna tutti al lavoro, per convocarli a Bologna perché registrassero alcune favole della tradizione riviste con la freschezza del suo sguardo intelligente, di una lettura sincera, di interventi musicali di qualità. di Elena Bucci
Abbiamo cominciato a registrare in video i nostri spettacoli per contrastare la natura effimera della nostra arte, per consolare la tristezza che ci prende ad ogni scioglimento di compagnia, per fermare il ricordo di allestimenti unici in luoghi particolari. Sapevamo bene che il teatro in video non è affatto il teatro, ma soltanto un mezzo per ricordarlo, averne nostalgia, amplificarne il desiderio. |
Gli intenti di Cinema Teatro Italia...
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